Kengo Kuma - Starbucks coffee, Dazaifu Shrine
Kengo Kuma. Starbucks coffee, Dazaifu Shrine
Ho avuto la fortuna di fare un viaggio in Giappone nel mese di Agosto. Non è proprio il periodo più adatto per fare questo viaggio, per una questione strettamente di carattere climatico. Ad Agosto c’è un umidità dell’aria costante oltre il 90% e le temperature che oscillano tra i 34 ed i 38°C. Per questo motivo non ce da meravigliarsi se per le strade incontrate persone in abiti da ufficio con camicie a maniche corte ed un asciugamano bianco sul collo, ma questo è del tutto normale. La mia permanenza è durata un mese, che ho speso nel Sud del Giappone, nella Kyushu area, dove ho avuto il privilegio di immergermi nella cultura giapponese. Vivevo nella città di Fukuoka, dove servono il miglior Ramen di tutto il Paese, cosi anche come il resto della cucina meridionale, rinomata ed apprezzata. Dopo aver visitato diversi Templi Shintoisti, cimiteri, Pagode, dopo aver attraversato i portali sacri (Torii), immersi nella fiabesca natura dei giardini giapponesi, ho iniziato la ricerca di Architetture contemporanee. Il mio primo incontro con un opera di Kengo Kuma è stato durante una passeggiata sulla via sacra di Dazaifu Shrine. Il Progetto è un negozio su commissione di Starbucks, inserito in un contesto commerciale storico. Questa via, in realtà è un percorso sacro, che viene scandito da una serie di portali Torii lungo il viale, ai lati del quale corrono ristoranti tipici, botteghe artigianali e negozi tradizionali.
L’elemento che caratterizza in modo essenziale l’aspetto del negozio è il modo in cui si relaziona con la strada, su cui ogni giorno migliaia di visitatori del Tempio passano a piedi. La caffetteria infatti, ha solamente una grande vetrata verticale senza montanti a vista (frameless), che separa l’interno del negozio dall’esterno. Dalla strada quindi, si scopre il guscio, o la struttura portante, fatta di lastre in cemento armato ed il bellissimo rivestimento ligneo, caratteristico dell’architettura di Kengo Kuma. Gli elementi lignei che rivestono i tre lati del negozio (le due pareti ed il soffitto), sono in legno di Sugi e formano una struttura di elementi retti accatastati, che sono in parte vincolati alla struttura “Madre” in cemento armato ed in parte uniti tra loro in modo reciproco.
Un apparente casualità di elementi sovrapposti, che percepiamo all’ingresso della caffetteria, seguono in realtà delle ben precise regole costruttive, facilmente individuabili da una vista perpendicolare alla parete.
Quali sono in realtà le caratteristiche chiave di un nodo reciproco
Il nodo è formato da tre o più travetti, che si incontrano nell’estremità e generano delle forze esterne uguali e contrarie, che si convertono in modo reciproco in azioni interne al materiale. Alcuni esempi dei nodi più noti li troviamo nelle cupole geodetiche, nelle strutture Tensegrity, nel packaging.
L'immagine mostra uno schema semplificativo di come le forze si generano e si annullano in modo reciproco, dovute alla sovrapposizione di elementi.
Tornando a Starbucks Coffee, ho cercato di capire in dettaglio di come l’Architetto abbia realizzato il rivestimento. Tengo presente che il Giappone ha tramandato con sapienza una cultura millenaria in cui le strutture in legno hanno sviluppato tecniche dei nodi ad incastro, senza l’uso viti, staffe o chiodi. Una cultura in cui la carta è l’oggetto dei più svariati esercizi geometrici e l’Origami ne è il risultato.
Nell’immagine sopra è rappresentato il metodo adottato. Si tratta di un nodo quadrato formato da 4 elementi retti. La struttura è ruotata ad angolo e vincola le due estremità alle pareti in calcestruzzo. Una pressione sulle estremità inferiore e superiore permette la rotazione delle aste nel punto in cui si incontrano, passando cosi da un angolo di 90° una rispetto all’altra, ad un angolo più ampio formando la figura di un rombo. Vengono poi fissate tutte le aste ma solo ai margini opposti tra loro. Vengono poi duplicate, sovrapposte e ripetute in tutte le direzioni, creando una maglia geometrica continua.
Si nota nell’immagine sotto, di come alcuni dei travetti sono ancorati al muro, per mezzo di staffe a scomparsa e spinotti senza testa. Per aumentare invece l’estensione lineare di un elemento ligneo, ha utilizzato una staffa piatta a scomparsa, nell’anima tra i due travetti e due spinotti per estremità, a bloccare lo scorrimento.
Il risultato è un sorpendende rapporto tra l'accatastamento degli elementi lignei di colore naturale con il fondo grigio del calcestruzzo. L'ambiente è illuminato principalmente dalla luce naturale che penetra all'interno attraverso un fascio di lucernari in copertura.