Hygroscape Facade
Introduzione
L’idea di base è legata ad un’importante proprietà del legno, l’igroscopia. Sfruttando le cause che ne derivano si cerca di ottenere una forma architettonica al fine di creare una copertura o una facciata “in movimento” sulle strutture delle giraffe.
L’igroscopia (o igroscopicità) è la capacità di un materiale, in questo caso del legno, di assorbire le molecole di acqua presenti nell’ambiente circostante. Il legno può contenere acqua in quantità variabile e ogni tipologia di legno reagisce in modi diversi in base alle proprie caratteristiche.
Quello che abbiamo cercato di fare è stato proprio individuare il tipo di legno più adatto alle nostre esigenze in base a quello che volevamo ottenere.
I legni a nostra disposizione erano mogano, platano, castagno, rovere, ciliegio, noce e tutti insieme si possono categorizzare nella grande famiglia dei legni lavorati con l’impiallacciatura, una lavorazione che consiste nel ricoprire un legname non pregiato od un pannello con un sottilissimo tranciato di legno detto piallaccio. Nel caso del legno ne viene usato uno pregiato.
Sperimentazione
Sperimentare ci ha aiutato a capire ciò che veramente volevamo creare. Abbiamo quindi iniziato a fare diversi test sulle varie tipologie di legno che avevamo a disposizione per verificarne la reazione all’azione dell’acqua.
Da ogni singolo test potevamo trarre conclusioni che ci portavano a scegliere o meno il legno in questione.
La nostra idea era quella di trovare la maggior reazione possibile per ottenere un ampio “effetto bending”. Volevamo quindi un’importante variazione angolare che consentisse il continuo modificarsi della facciata da progettare.
Dopo aver atteso il tempo necessario abbiamo optato per la scelta di un doppio layer con ciliegio, che abbiamo registrato come il più veloce a reagire all’azione dell’acqua, e il mogano, altro tipo che ha reagito con una soddisfacente variazione rispetto allo stato iniziale.
Abbiamo invece scartato legni come il noce, il quale non ha presentato la minima trasformazione dopo aver effettuato il test. Quest’ultimo è risultato però utile per la parte strutturale del primo piccolo prototipo e ci ha consentito di iniziare a capire il funzionamento del progetto che avevamo in mente.
Progetto
Il progetto è stato pensato partendo dalla semplicissima forma del quadrato. Ispirandoci anche alle varie lezioni seguite abbiamo cercato di creare qualcosa che potesse avere un impatto visivo immediato. Abbiamo quindi deciso di dividere il quadrato tracciando i due assi sulle quattro mediane e le relative diagonali. Operando in questo modo abbiamo ottenuto tante forme triangolari vincolate parallelamente al verso delle fibre. L’idea era quella di creare una facciata modulare. I vari moduli vengono poi ruotati ad alternanza per avere una differente disposizione delle fibre con conseguente variabile piegatura.
Una volta soddisfatti della forma siamo passati a modellare l’dea su Rhinoceros in modo da avere un modellino che poteva garantirci una prima idea visiva.
Dopo il primo prototipo siamo passati ad una scala maggiore costruendo il telaio con un legno molto più resistente intagliando i pezzi in laboratorio.
Esposizione
Dopo aver completato il plastico abbiamo concluso la settimana facendo direttamente una prova sul campo e soprattutto esponendo i nostri progetti, montandoli nel punto realmente pensato in fase progettuale.
Tutte le idee sono state testate e apprezzate per la loro diversità e ingegnosità a testimonianza di un lavoro riuscito e soddisfacente.