ALS_Alice Laura Speziale_ Impressioni Parco Cavallo Pazzo

 

La visita effettuata la settimana scorsa al Parco Cavallo Pazzo, sito nel quartiere Garbatella, è stata molto utile al fine di comprendere le molte potenzialità di questo spazio, fra le quali in particolare l’abbondanza del verde e la particolare collocazione su una serie di dislivelli.

Il parco nel complesso risulta gradevole, vivace ed animato, sebbene sia frequentato soprattutto da bambini. Infatti attualmente solo una zona del parco ha una connotazione specifica, ovvero la zona del dislivello intermedio, che ospita i giochi per i bambini. Gli altri dislivelli del parco invece sono lasciati liberi e si configurano come grandi spazi vuoti ricoperti di ghiaia. Intorno a questi spazi si collocano delle sedute che oltre ad essere di scarsa qualità non costituiscono un punto di incontro e di socializzazione.18119919_1734691736821045_314691951_o.jpg

L’installazione di una serie di nuove sedute costituirebbe senza dubbio un primo passo sostanziale per migliorare la qualità degli arredi ed incoraggiare la presenza di altri utenti.

Le panche illustrate nelle foto seguenti, realizzate principalmente con materiali naturali, sono molto interessanti rispetto alle panchine tradizionali, in primo luogo perché possono essere utilizzate in modi differenti, ad esempio per sdraiarsi e leggere un libro.

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Questo tipo di sedute possiede inoltre una indubbia qualità estetica e queste potrebbero essere realizzate con i macchinari presenti nel FabLab (come nell'esmpi riportato in figura).

 

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Durante la visita ho notato un altro limite considerevole del parco, ovvero il fatto che la parte verde risulta solo come una ‘cornice’ che non viene vissuta dai cittadini. Al contrario, sarebbe opportuno integrare maggiormente questa zona che oltretutto fornisce un ombreggiamento naturale al parco. Per questo motivo sarebbe certamente utile collocare le nuove sedute all’interno delle zone verdi.

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Un'altra operazione importante è quella di lavorare sugli spazi vuoti del parco che potrebbero ospitare altri arredi ed istallazioni in modo da creare dei punti di aggregazione e convivialità. Oltre alle panche collocate nelle aree verdi, delle panche più grandi potrebbero essere poste al centro dei vari dislivelli. Questi arredi dovrebbero includere degli elementi capaci di creare ombra quali pensiline e piante, come nelle foto riportate di seguito.

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In questo link ( https://vimeo.com/146038843) si può vedere il montaggio della seduta nell'ultima foto. Il montaggio risulta facile e veloce per questo motivo penso che realzzare degli elementi seguendo questi esempi potrebbe costiturire una soluzione semplice e di qualità per migliorare gli arredi e l'estetica del parco. 

Lun, 24/04/2017 - 15:41
TPP_ Lezione 20 Aprile 2017

Ciao a tutt@,

eccoci per il consueto riepilogo della lezione di giovedì 20 aprile 2017, in cui abbiamo trattato vari argomenti e sviluppato alcune riflessioni, sia relative al software che di carattere formale e compositivo: stiamo vivendo a pieno un variegato processo che impone non solo lo sviluppo della sensibilità progettuale ma anche una nuova e più accurata sensibilità digitale, in modo da evolvere e forse invertire il processo top down che spesso svela come risultato finale la forma come somma di processi arbitrari.

Da queste considerazioni si è passato a Revit, dove abbiamo continuato ad approfondire il concetto di famiglia nidificata allo scopo di realizzare progetti architettonici che risultino, più che un costruttivo fedele del manufatto, una vera e propria simulazione tettonica dell’architettura.

Quindi si sono create alcune famiglie face based di componenti da assemblare e una famiglia metric generic model in cui abbiamo modellato una dima digitale, realizzando un’estrusione, e che rappresenta la giacitura arbitraria dei pezzi. Le famiglie face based vengono poi caricate all’interno del file dima. Ricordate che se si sposta la dima a cui sono ancorati gli elementi modellati con un template face based, questi seguiranno l’oggetto, e che è inoltre possibile assegnare un piano di lavoro alla dima e che modificandone la posizione sarà seguito sia dalla dima che dagli oggetti ancorati.

Abbiamo poi visto un altro template, il metric generic model line based, un tipo particolare di famiglia basata sul parametro lunghezza e concepita sulla variazione grafica. Questo torna utile nel caso di modellazione di elementi strutturali quali le travi, delle quali si stabilisce un punto iniziale, un punto finale e quindi la sezione corrispondente. I profilati metallici sono un ottimo esempio di parametrizzazione industriale: le tabelle forniscono infatti i dati geometrici ed i relativi moduli. È importante tenere a mente il piano di lavoro relativo all’oggetto modellato.

Vi ricordo di postare i vostri commenti e le impressioni sul Parco Cavallo Pazzo di Garbatella ed in generale continuare a caricare le consegne che abbiamo affrontato fino ad ora.

In allegato trovate un semplice schema riepilogativo del funzionamento delle famiglie nidificate ed i link al canale YouTube del corso dove potrete rivedere la lezione di giovedì e quelle passate.

                                          

 

https://www.youtube.com/watch?v=GkE49B9TPTc                      _parte 1

https://www.youtube.com/watch?v=xy0saaVAYmM&t=290s         _parte 2

 

Vi auguro una buona giornata e buon lavoro

Ciao!

Lun, 24/04/2017 - 14:15
FNC_Composizione tettonica

Ho deciso di costituire questa composizione secondo degli elementi che abbiano una variazione limitata pianta e più consistente in prospetto. Ho quindi creato dei volumi che in pianta varino secondo tre tipi, in cui le due dimensioni siano determinate da uno stesso parametro (quadrato), e il parametro che determina l’altezza sia dato da un parametro di istanza.

Come primo passaggio ho creato una famiglia metric generic model e due piani di riferimento paralleli a quelli esistenti. Successivamente ho creato un’estrusione, l’ho vincolata ai quattro piani e quindi ho quotato le due dimensioni. A questo punto ho creato un parametro lunghezza che variasse per tipo e un parametro altezza che variasse per istanza. Ho quindi assegnato alle due dimensioni in pianta lo stesso parametro lunghezza. Andando quindi sul prospetto ho creato un altro piano di riferimento a cui ho vincolato l’altezza e associato il parametro altezza.

Aprendo le proprietà ho creato tre tipi, 1 2 e 3, in cui il parametro lunghezza fosse rispettivamente 2m 1m e 50cm.

Ho quindi caricato la famiglia in un nuovo progetto e ho disposto gli oggetti casualmente e non secondo una maglia regolare.

A questo punto mi sono concentrata sulle altezze dei diversi volumi per dare una certa variazione e vibrazione alla composizione.

 

 

Come ultime operazioni ho creato delle viste prospettiche e infine ho contato gli elementi ordinandoli per tipo.

 

Dom, 23/04/2017 - 17:43
TPP _ Osservazioni Iniziali Parco Cavallo Pazzo

Il Parco Cavallo Pazzo è realizzato su tre livelli a diversa quota, collegati tra loro mediante rampe e scalinate. Si definiscono così tre aree principali, di cui solo la centrale è realmente definita, poiché caratterizzata da altalene e giochi per bambini, è il regno dei piccoli; le altre due, invece, sono delle ampie distese di ghiaia più o meno desolate.
Il "pubblico" che vive il parco è piuttosto vario: dai giovani, agli adolescenti, alle persone di media età  fino agli anziani.
Di tutti questi usufruitori, però, solo i bambini sembrano avere un mezzo fisico per poter condividere o relazionarsi con gli altri, ossia i giochi (seppur non del tutto all'avanguardia) che il parco mette a disposizione.
Per tutti gli altri, invece, la situazione sembra diversa, poiché non sembrerebbe esserci propriamente un luogo di ritrovo comune; le panchine, ad esempio, seppur numerose, sono sparpagliate nelle tre arie a notevole distanza le une dalle altre, impedendo alle persone di poter dialogare in gruppo, comodamente sedute.
Ciò che abbiamo riscontrato, è che, chi vive il parco, lo fa in maniera relativamente individuale.

Abbiamo pensato che al parco manchi propriamente un punto in cui le persone possano discutere, parlare e condividere in gruppo, magari stando sedute, al coperto dalla troppa luce solare o dalla pioggia e, al contempo, all'aperto.
L'idea iniziale è quella di pensare una struttura comprendente sedute e tavolini, in grado di ospitare gruppi di persone per riunioni, studio, o semplice condivisione, magari sfruttando i dislivelli erbosi o le due aree libere.

Dom, 23/04/2017 - 16:50

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